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Photo: Di Taken by Lewis Hine |
La filatelia può oggi varcare, se questo serve a stimolare
curiosità ed emozione, i confini del collezionismo da “casella” ed
esondare in una più personalistica visione del racconto. Un
racconto fatto di itinerari storici, culturali e postali che
attinge a piene mani dai tanti recinti del'anima dentellata:
marcofilia, interofilia, storia postale, filografia e quant’altro
serva a stimolare la nostra voglia di approfondire, di andare
oltre. Un racconto fatto però anche di fantasia, di suggestione, di
intuizioni che vanno al di là di vincoli accademici. E' lo spirito
di chi, con la voglia di approfondire, di documentarsi al meglio,
tira fuori da un paio di reperti, perché e così che amo chiamarli,
una storia ai più sconosciuta, ma piena di fascino.
Nel 1990 Alberto Bolaffi, nel presentare
l'enciclopedica "Francobolli d'Italia", enunciava che "la
collezione filatelica non può essere casuale, ma richiede un
programma di ricerca e di acquisto", idea poi ribadita negli
anni anche attraverso slogan più commerciali quali "le cose
grandi si costruiscono pezzo per pezzo". Giusto a voler
ribadire quanto già esplicitato tra le righe e cioè che solo
“così il collezionista mette alla prova continuamente le
proprie capacità di strategia e perseveranza, in una sorta di sfida
a se stesso che è uno degli aspetti affascinanti del
collezionismo”. È tangibile dunque l'idea di un percorso, di
un viaggio che, come ogni viaggio che si rispetti, pur seguendo il
più rigoroso programma, deve fare i conti con l'imprevisto, con la
non ipotizzata deviazione, con la sete di scoperta, con la tappa
fuori programma.
Collezionare è dunque un viaggio! Come ho già
avuto modo di raccontare, la mia modestissima esperienza di
“raccoglitore” corre spesso fuori dai binari accademici. La strada
maestra, tracciata nei primi anni di ricerche, segue un percorso
puramente filatelico che si snoda sulle emissioni del nostro paese.
Solo successivamente ho seguito i numerosi rivoli che si lasciavano
scorgere tra un’emissione dentellata e l’altra. A volte piccole
divagazioni storico postali, altre volte torrenti in piena capaci
di esondare in campi apparentati quali la marcofilia, la storia
postale ed altre discipline riconducibili al fine in uno
straordinario percorso filografico.
Un grand tour
che per certi versi ha quasi del classico se si ripensa oggi a
quanto, sempre nel 1990, lo stesso Bolaffi scriveva: “il
filatelista italiano, partendo dalla collezione dei francobolli
della Repubblica Italiana, ha diverse possibilità di estendere il
proprio campo di interesse. Può andare a ritroso nel tempo
raccogliendo i francobolli del Regno d'Italia o spingendosi fino ai
francobolli emessi dagli Stati preunitari” ampliando la
propria collezione in modo verticale oppure può
ampliare i propri orizzonti con modalità
orizzontale, vale a dire occupandosi di quelle emissioni
dei cosiddetti “paesi italiani” comprendenti San Marino, uffici
all'estero e colonie, occupazioni militari, Città del Vaticano,
occupazioni e amministrazioni speciali della Seconda Guerra
Mondiale.
Ora appare chiaro che così come nessuno sceglie lo stesso
viaggio, nemmeno quando ci si incammina sul medesimo itinerario
quell'esperienza sarà eguale. Ho dunque cominciato a rimodellare la
mia raccolta pensandola come una fitta rete di trasporto
metropolitano dal cui asse principale, la raccolta
puntuale delle emissioni cronologiche che s'innesta sulla storia
del Paese, diramano infinite linee di viaggio che s'incrociano a
più riprese tra di loro e, ad intervalli di tempo dettati dalle
emissioni stesse, tornano adincontrare l'asse viario portante.
Un esempio: sfogliando il mio quarto album
dedicato alla Repubblica ci si imbatte nell'emissione che racconta
l'istituzione del Codice di Avviamento Postale in Italia. Quel
dentello è stato lo stimolo per dare vita ad una ricerca sulla
razionalizzazione e la meccanizzazione postale che, per la
dimensione assunta nel tempo, ha richiesto di essere traslocata su
un album di approfondimento che, ad intervalli regolari, torna a
richiamare le emissioni repubblicane come, ad esempio, quella di
Italia 76 o quella del "lavoro italiano" del 1982.
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Alcune pagine descrittive che ho realizzato per i miei album |
Arrivati a questo punto non sarà più possibile accontentarsi di
una sequenza di fogli d’album fatti di caselle più o meno piene, ma
sarà necessario inserire in ognuno note filatelico postali
e schede storiche, con l'obiettivo di dare all’intera
raccolta un’organizzazione dinamica che consenta di montare e
smontare reperti con agilità, lasciando sempre agibile l’iter di
consultazione della collezione. Questo perché, se al piacere di
raccogliere e documentare, si associa la soddisfazione di vedere
che la propria raccolta è un insieme ben leggibile
da chi, incuriosito dalle scoperte fatte, vi approccia da neofito,
allora la gratificazione raggiunge davvero i massimi livelli. Tutto quanto esposto solo per spiegare che il viaggio del
raccoglitore non si ferma alla fase di scoperta e classificazione,
ma prosegue nella fase del "racconto", un pò come fece Charles
Darwin che non si limitò a solcare i mari, salpando nel 1831 da
Devonport a bordo del briagntino Beagle, ma organizzò l'intero
insieme delle sue scoperte in quel capolavoro che è "Viaggio di un
naturalista intorno al mondo"
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un frammento delle pagine di guida alla mia collezione che seguono il concetto esposto di un asse viario principale con itinerari che diramano collateralmente |
Arrivati a qusto punto della storia ce ne sarebbe già per almeno
tra reincarnazioni se non fosse che, così come nel viaggio, sovente
si devono fare delle scelte e che spesso il fascino di una
latitudine prevale sul mistero per l'opposta dimensione di
scoperta. Perché a pensarci bene, l'idea itinerante così come
esposta, apparecome un puntino luminoso se la si colloca
nell'universo assai più vasto del Sapere. Ne ho avuta conferma
nello sfogliare, ad esempio, un bellissimo volume dedicato alla
filatelia tematica avente per soggetto la
medicina. Un saggio interessante, non tanto per la
catalogazione di emissioni dedicate ad un soggetto preciso, ma per
l'idea di offrire all'iconografia dentellata un valore oltre le
apparenze. Difficile pensare che un esemplare con il volto
sofferente del presidente americano Franklin Delano Roosevelt, ad
esempio, può rivelare la gravita della sua patologia, ormai
prossima all'epilogo fatale. Allo stesso modo l'attenta lettura di
un'immagine filatelica di Hitler può essere indicatrice dei postumi
di un infarto, secondo l'autore del libro, conseguente
all'Operazione Barbarossa. Ampia anche la possibilità di imboccare
il sentiero che lega emissioni storiche alla diffusione di malattie
nel mondo. Un esempio per tutti: la tematica colombiana che
incrocia quella medica ove, parlando di "mal francioso", la
terribile sifilide, se ne considera l'importazione come grazioso
omaggio dell'equipaggio delle tre mitiche caravelle. Altri autori,
invece, aprono nuove strade dove la stessa filatelia tematica non è
più raccolta colorata, ma cultura come un libro da scrivere.
Scopro, ad esempio, che grande risalto nella filatelia medica lo
hanno avuto “gli evasi della Medicina”, ovvero quei medici che si
sono dedicati ad altre attività, una volta conseguita la laurea. Il
primo della serie che vedo citato è Ernesto Guevara de la Serna,
rivoluzionario sudamericano ricordato in numerosi francobolli
cubani. Dopo di lui Salvatore Allende, Presidente cileno ed
apprezzato medico nel suo paese, ricordato in francobolli di vari
paesi. Anche l’Angola dedica un set di francobolli, nel 1977, al
suo Presidente medico Agostinho Neto.
Ma non voglio
andare oltre essendo questa parentesi tematica solo
citazione finale come spunto per avvalorare ancor più la tesi
dell'itinerario di scoperta che ogni collezione può
rappresentare. Un itinireraio che voglio condividire con tutti i
raccoglitori come me, aprendo loro le porte del mio percorso di
scoperta.
Nat
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